UniMol: un incrocio di sguardi sul patrimonio storico educativo

Il 2 e il 3 maggio 2018 presso la Biblioteca di Ateneo dell’Università degli Studi del Molise si è svolto l’incontro di studio internazionale dal titolo “Prospettive incrociate sul patrimonio storico educativo”, organizzato dal Centro di documentazione e ricerca sulla Storia delle Istituzioni Scolastiche, del libro scolastico e della letteratura per l’infanzia e dal Museo della Scuola e dell’Educazione Popolare dell’Università degli Studi del Molise (Ce.S.I.S.) dello stesso Ateneo, diretti dal professor Alberto Barausse. L’iniziativa, patrocinata dalla SIPSE (Società Italiana per lo Studio del Patrimonio Storico-Educativo), dal CIRSE (Centro Italiano per la ricerca storico educativa) e dal CNPq (Conselho Nacional de Desenvolvimento Científico e Tecnológico), alla quale hanno aderito studiosi accademici italiani, brasiliani, portoghesi e spagnoli, ha rappresentato un’occasione di confronto utile a definire lo stato dell’arte e le tendenze storiografiche degli studi sul patrimonio dei beni scolastici in una prospettiva più ampia, non limitata ai confini nazionali.
Come annunciato dal titolo, l’incontro ha permesso di “incrociare” i diversi sguardi degli esperti di settore intervenuti, puntati su questa nuova categoria di beni per i quali è tutt’ora in corso un processo di affermazione culturale, all’interno del quale giocano un ruolo decisivo le società per lo studio del patrimonio storico educativo e i musei di settore. Il carattere internazionale dell’iniziativa, come ha sottolineato Alberto Barausse nell’apertura dell’incontro, conferma la piena aderenza agli indirizzi scientifici e metodologici della SIPSE, rappresentata dal presidente Anna Ascenzi che ha avviato i lavori offrendo un quadro delle iniziative e degli studi relativi al patrimonio storico educativo.
Attraverso le due sessioni, svolte rispettivamente nel corso della prima e della seconda giornata, si sono potute sviluppare le riflessioni e illustrare le diverse esperienze delle comunità scientifiche di appartenenza dei relatori attorno ad alcuni temi centrali della questione. La prima, dal titolo “Il patrimonio come spazio progettato e organizzato tra passato e presente”, ha voluto offrire un focus di osservazione sugli episodi museali per l’educazione sorti traOtto e Novecento in Italia e all’estero, e su quelli attualmente attivi presso i centri di ricerca impegnati sul fronte dello studio, della tutela e della valorizzazione dei beni culturali scolastici.
La sessione ha aiutato a comprendere meglio, attraverso le diverse inflessioni culturali delle esperienze descritte, l’origine, la diffusione e l’evoluzione degli istituti museali di ambito educativo, misurando le distanze e rintracciando meglio i punti di contatto tra i vari episodi descritti. Maria Helena Câmara Bastos (PUCRS/Brasile) ha ripercorso la nascita e l’evoluzione del Museo Pedagógico di Rio de Janeiro tra il 1890 e il 1919, richiamando l’attenzione sull’aspetto della circolazione delle idee e delle pratiche pedagogiche di tali istituti anche attraverso il canale delle esposizioni universali: queste, secondo quanto è stato più volte ribadito nel corso dell’incontro, rappresentavano, infatti, uno dei veicoli di maggiore efficacia per l’aggiornamento e la modernizzazione dei sistemi scolastici, insieme alle stesse mostre didattiche, sui cui si è soffermato nella sua comunicazione Alberto Barausse. Il tema della circolazione delle idee a livello transazionale è stato approfondito dallo spagnolo Eugenio Otero Urtaza dell’Universidad de Santiago de Compostela con la relazione sul Museo Pedagogico di Madrid negli anni compresi tra il 1879 e il 1889, attraverso soprattutto l’approfondimento della figura di Cossio. 

Il prof. Barausse e la prof.ssa Ascenzi

Il quadro del panorama museale odierno in campo storico-educativo è stato tracciato attraverso il racconto delle esperienze di musealizzazione di tipo accademico presenti sul territorio nazionale. Anna Ascenzi e Marta Brunelli (Università degli Studi di Macerata) hanno illustrato le molteplici attività di ricerca storica e sperimentazione didattica promosse e svolte all’interno del Museo della Scuola “Paolo e Ornella Ricca” di Macerata. Lorenzo Cantatore con la sua raffinata presentazione ha stilato un bilancio culturale del Museo della scuola e dell’educazione di Roma Tre di cui è direttore, attraverso l’analisi delle attività condotte ad oggi e con interessanti previsioni di sviluppo di tipo patrimoniale, di ricerca e didattica, ed un excursus storico dalla sua fondazione ad oggi. Ha chiuso questa interessante rassegna e la prima giornata Rossella Andreassi che ha inquadrato il Museo della Scuola e della Educazione Popolare (MUSEP) afferente al Ce.S.I.S. all’interno del sistema museale MUSEUNIMOL ed illustrato le diverse attività condotte sul piano della ricerca e della didattica nel museo partecipato alla comunità, istituito di recente e presentato in apertura da Alberto Pozzolo, Delegato del rettore al sistema bibliotecario e alle Attività museali di Ateneo. I lavori della seconda sessione hanno cercato di sviluppare nello specifico il tema del patrimonio storico-educativo come fonte e analisi di studio. L’intervento di Roberto Sani ha aiutato a individuare meglio le coordinate lungo le quali si sta muovendo la ricerca di settore attraverso una lettura aggiornata e articolata sulle questioni metodologiche, i nodi interpretativi e le prospettive di ricerca che investono la funzione dello storico in tale ambito, per una fondata riappropriazione della memoria e della identità culturale rappresentata dai beni scolastici.
Joaquim Pintassilgo (UniLisboa/Portogallo) e Maria Teresa Santos Cunha (UFSC/Brasile) hanno proposto due esempi di approccio e di metodologia allo studio alle fonti d’archivio: il primo approfondendo le esperienze di valorizzazione del patrimonio delle cosiddette “scuole differenti” nel contesto portoghese, la seconda illustrando le potenzialità euristiche delle memorie biografiche dei professori. Innovativa e originale l’interpretazione e la classificazione proposta nell’intervento successivo da Juri Meda (Università degli Studi di Macerata) sui luoghi della memoria scolastica in Italia.
Il tema degli itinerari di ricerca sulla cultura della memoria e la cultura materiali della scuola è stato trattato diffusamente dalle comunicazioni tenute nella seconda parte della mattinata da Terciane Ângela Luchese (UCS/Brasile) che si è concentrata sul tema del libro scolastico prodotto in Brasile per le scuole italiane e da Cristiani Bereta da Silva (UFSC/Brasil) che ha proposto un approfondimento sul tema illustrando i libri didattici di preparazione per gli esami di ammissione al ginnasio tra il 1940 e il 1960. Michela D’Alessio con la sua presentazione corredata da un denso apparato iconografico ha evidenziato il potenziale euristico della documentazione rintracciata presso alcuni archivi istituzionali e personali della Basilicata, utili a ricostruire le biografie professionali dei maestri di scuola lucani vissuti nel Novecento.
Nuovi ambiti di indagine relativi al patrimonio scolastico educativo sono stati illustrati nel corso della prima parte del pomeriggio. Valeria Viola e Tatiane de Freitas Hermel con i loro interventi hanno richiamato l’attenzione sul tema dell’edilizia scolastica, un aspetto ancora poco indagato all’interno degli studi di settore. Mentre la studiosa brasiliana ha fornito un
focus sull’architettura delle scuole primarie nel Rio Grande del Sul/Brasil tra il 1907 e il 1928, la ricercatrice italiana ha fatto il punto della situazione sullo stato della storiografia di settore in Italia, caratterizzata dalla carenza di studi dedicati, prospettando la potenzialità di nuove fonti per avviare uno studio organico sul tema. Mirella D’Ascenzo ha invece evidenziato le opportunità investigative offerte dalle biografie degli insegnanti, insistendo sul valore della ricerca nei diversi contesti locali. Il tema dell’industria scolastica tra Otto e Novecento ha costituito il tema della comunicazione di Marta Brunellli che si è soffermata in particolare sulla produzione dei sussidi scientifici in Italia tra Otto e Novecento, il cui incremento è stato sollecitato dal confronto costante con quelle dei paesi del Nord Europa, leader nel settore. Fabio Targhetta attraverso l’illustrazione della ricca collezione posseduta Museo dell’Educazione dell’Università di Padova ha dimostrato efficacemente le potenzialità euristiche delle filmine didattiche prodotte in Italia nel corso del Novecento, finora non indagate dagli storici della scuola. Brunella Serpe ha chiuso i lavori delle due giornate di studio col suo intervento con una riflessione articolata sulle possibilità di ricerca offerte dagli archivi scolastici calabresi, mediante l’analisi di quelli presenti sul territorio regionale.

 

Valeria Viola
Museo della Scuola e dell’Educazione popolare del Molise – Ce.S.I.S.
(Centro di Documentazione e Ricerca sulla Storia delle Istituzioni Scolastiche,
del Libro Scolastico e della Letteratura per l’Infanzia)

Università degli Studi del Molise

 

 

 

 

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