I Congresso Nazionale della SIPSE | La pratica educativa. Storia, Memoria e Patrimonio | Università delle Isole Baleari, 20-23 novembre 2018

Conoscere le pratiche educative del passato, poste in essere tanto all’interno quanto all’esterno dell’istituzione scolastica, richiedere l’esistenza, la conservazione e l’utilizzo di nuove fonti che costituiscano testimonianze concrete di tali pratiche, come gli spazi e gli elementi materiali utilizzati (arredi, oggetti, sussidi o materiali didattici, libri scolastici, etc.), o che forniscano direttamente informazioni su di esse (memorie professionali degli insegnanti, esami, relazioni o memorie relative alle attività svolte in classe, testimonianze personali, quaderni scolastici o appunti presi in classe, lavori degli alunni, fotografie e/o album, annuari e/o riviste scolastiche, etc.). Queste tracce delle pratiche educative, la cui conservazione è stata compromessa a causa di molteplici fattori, costituiscono indizi che – una volta  interpretati – ci consentono di ricostruire le realtà vissute e rielaborate nella memoria individuale e collettiva che ci fanno entrare in relazione con gli immaginari educativi condivisi dalle diverse generazioni.
Fino a questo momento la ricostruzione storica si è basata fondamentalmente su fonti amministrative, politiche o relative ai concetti teorici informanti tali pratiche. In molti casi queste fonti hanno causato una sopravvalutazione del ruolo espletato dai mutamenti politici e hanno indotto a ritenere che le discontinuità nelle pratiche educative dipendano inevitabilmente dai fenomeni politici e/o dagli approcci pedagogici. Crediamo che utilizzando queste nuove fonti nelle ricerche storiche sulle pratiche educative si otterrà una conoscenza molto più approfondita delle stesse, e si riusciranno a comprendere i loro tempi, le loro dinamiche e le loro logiche, che non sempre sono i medesimi che emergono dalle fonti amministrative e/o politiche o dai concetti teorici ai quali quelle stesse pratiche dovevano ispirarsi.
Crediamo inoltre che la dimostrazione del valore storiografico di queste pratiche può aiutare a prendere consapevolezza dell’importanza della loro conservazione, e della necessità di disporre di spazi museali e archivistici all’interno dei quali si valorizzi e si conservi questo tipo di testimonianze del passato educativo come patrimonio culturale della nostra società. Lo studio e la conservazione delle testimonianze relative alle pratiche educative, sia in quanto beni patrimoniali che in quanto fonti per la ricerca storica, devono essere poste in costante interrelazione. Per questo motivo, l’obiettivo di questo evento scientifico è quello di trasformarsi in uno spazio per la discussione e lo scambio di conoscenze tra la ricerca storico-educativa e la conservazione e divulgazione del suo patrimonio, al fine di appronfondire le nostre conoscenze sulle pratiche educative del passato, sulla necessità di preservare le loro testimonianze e sul valore delle medesime come beni patrimoniali.

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Comitato organizzativo

Gabriel Barceló (GEDHE – Universitat de les Illes Balears)
Marta Brunelli (CESCO – Università degli Studi di Macerata)
Pere Capellà (GEDHE – Universitat de les Illes Balears)
Pere Fullana (GEDHE – Universitat de les Illes Balears)
Llorenç Gelabert (GEDHE – Universitat de les Illes Balears)
Sara González (GEDHE – Universitat de les Illes Balears)
Juri Meda (CESCO – Università degli Studi di Macerata)
Avelina Miquel (GEDHE – Universitat de les Illes Balears)
Xavier Motilla (GEDHE – Universitat de les Illes Balears)
Luigiaurelio Pomante (CESCO – Università degli Studi di Macerata)

 

 

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