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La Società Italiana per lo Studio del Patrimonio Storico-Educativo (SIPSE) nasce dall’iniziativa di un gruppo di storici dell’educazione italiani che da tempo si dedica allo studio del patrimonio storico-educativo, lavorando in atenei che dispongono già di musei della scuola, della didattica e dell’educazione e/o di archivi, laboratori e centri di documentazione e ricerca impegnati su tale versante.
Com’è noto la categoria di patrimonio storico-educativo accoglie al suo interno un insieme molto eterogeneo di fonti, materiali (banchi, sedie, lavagne, complementi vari di arredo scolastico, biblioteche etc.) e immateriali (canzoni, ricordi etc.), che hanno consentito di scrivere una storia della scuola e, più in generale, dell’educazione aperta a sempre nuove letture, capace cioè di accogliere le memorie di oggetti, persone ed edifici che raccontano pagine di vita diverse da quelle istituzionali.
Da tempo, queste “nuove fonti di studio” hanno destato l’interesse della comunità accademica internazionale, portando alla costituzione di società scientifiche dedicate agli studi specialistici sul patrimonio storico-educativo. È questo il caso di Spagna, Portogallo, Francia, Regno Unito, Grecia, Argentina, Cile, Brasile e Canada, per citare solo i casi più rappresentativi.
Era, dunque, tempo che anche in Italia si creasse una Società capace di accogliere al suo interno tutti gli interessati allo studio del patrimonio storico-educativo; una Società che fosse in grado di promuovere ricerche altamente specializzate, caratterizzate sin da subito per il loro profilo autenticamente internazionale e che, altresì, fosse immediatamente riconoscibile come parte di quella rete europea delle società scientifiche impegnate nello studio del patrimonio storico-educativo.
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